NAPOLI – “Il concetto di prevenzione deve entrare a fare parte della quotidianità di noi tutti, deve diventare uno stile di vita da inculcare anche ai giovani. Concetto inteso come un processo benefico attraverso il quale ci teniamo al riparo da quelle malattie che se prese in tempo e affrontate sul nascere fanno meno paura e si guarisce. Prevenzione e accesso alle cure primarie a un numero sempre più ampio di persone è un diritto inalienabile per consentire a tutti il beneficio della propria salute”. Sono le parole di Eraldo Turi, Presidente dell’Odcec di Napoli, intervenuto nel corso del convegno ‘Professione e Prevenzione: Insieme per la Salute – Prevenzione e Ben – essere per la salute del Professionista’ promosso dall’Ordine dei commercialisti ed esperti contabili di Napoli, giunto alla IV edizione, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Campania e il Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta. “La salute è un bene primario – ha detto Antonella La Porta (presidente del Comitato Pari Opportunità dell’Odcec di Napoli) – ed è molto sentito dai professionisti. Il tempo dedicato al proprio benessere è prezioso e ha doppia valenza in quanto evita l’impatto negativo sul sistema sociale e sull’intero sistema sanitario nazionale e tutela l’organizzazione interna dello studio. Motivo per cui prevenire è meglio per curare un concetto prezioso per i commercialisti e per i professionisti in generale ancora di più”.
Secondo Gaetano Motta(direttore della Clinica Otorinolaringoiatrica all’UniCampania) “La prevenzione ha un enorme significato sul piano clinico e sociale. Deve ottemperare a tre esigenze: l’individuo, la società e la spesa sanitaria. Non c’è dubbio che i fattori di rischio primari sono importantissimi nell’ambito della prevenzione per prevenire la maggior parte dei cancri. La prevenzione espone anche a dei rischi mediatici, se l’informazione è sbagliata e se non c’è trasparenza. Ricordo, per esempio, tutti gli errori di informazione avvenuti a seguito del Covid. Una informazione corretta previene tutto questo”.
La prevenzione intesa anche come attività sportiva ha caratterizzato l’intervento di Beatrice Passavanti (direttore della Scuola di Specializzazione in Anestesia e Rianimazione all’UniCampania): “Il Lobek pain è la principale causa di disabilità al mondo con la conseguenza di anni erosi alla vita sociale ma soprattutto alla vita lavorativa con l’allontanamento dal posto di lavoro e nel caso dei giovani una riduzione delle aspettative di carriera. Questo deve farci capire quanto sia importante la prevenzione a tutte le età non soltanto rispetto a questa patologia, che esiste nella forma acuta e nella forma cronica. La Prevenzione intesa anche come attività sportiva che rafforza le strutture muscolari ma anche attività che rilassano la mente”.
A rimarcare la necessità di fare prevenzione anche Fortunato Ciardiello (ordinario di Oncologia Medica dell’Ateneo “Vanvitelli”) “Per quanto riguarda il cancro il 40 per cento dei tumori sarebbero evitabili se noi utilizzassimo al meglio gli strumenti di prevenzione. A partire dai più semplici come evitare il fumo di tutti i tipi di sigaretta, avere una dieta appropriata ed evitare l’obesità che rappresenta una causa predisponente per molte malattie croniche e tumori. Necessari periodicamente, altresì, gli screening oncologici che permettono di individuare la malattia in una fase iniziale”.
Per Sandra Frojo (presidente CdA Odontoiatri di Napoli) “Possiamo ormai parlare di una prevenzione tradizionale e una prevenzione 4.0 legata alle nuove tecnologie. Gli specialisti devono sempre più formarsi per avere con i pazienti una relazione che possa avvenire attraverso la telemedicina che si affianca a quelli che sono i cardini della prevenzione tradizionale che naturalmente continua a essere la nostra Stella Polare”.
La doppia valenza della prevenzione è stata sottolineata da Roberto Sanseverino (direttore Dipartimento Chirurgia Generale – Urologia dell’ASL Salerno) che ha evidenziato: “La prevenzione da una parte offre la possibilità di intercettare precocemente nel decorso clinico la malattia e di conseguenza di aumentare le possibilità di cura per il paziente, dall’altra riduce la spesa per le cure spesso costose. Diagnosticare la malattia in una fase iniziale riduce anche l’impegno del servizio sanitario nazionale in termini di carico diagnostico e terapeutico”.
Soddisfatta per il successo dell’iniziativa Fabiana Di Lauro (presidente nazionale di Fiddoc) “Tutte le sale dell’Ordine nella sede di Piazza dei Martiri sono state trasformate in ambulatori dove i medici hanno effettuato screening e consulenze gratuite. Noi insistiamo molto sulla prevenzione, una malattia presa in tempo può essere curata. Anche per i giovani la prevenzione è determinante a salvare la vita”.
Emanuela di Napoli Pignatelli (divulgatrice scientifica) ha posto l’accento sull’importanza di “esportare la cultura della prevenzione attraverso format innovativi”.