Valorizzare in maniera integrata all’estero le eccellenze del settore agroalimentare ed enogastronomico italiano, sostenendo le esportazioni, l’internazionalizzazione e i flussi turistici in entrata. Promuovere l’eccellenza, la tradizione e l’innovazione della nostra cucina con il tema “Dieta Mediterranea e Cucina delle radici salute e tradizione” che invita a riscoprire il legame profondo esistente tra cibo, cultura e benessere, puntando sui valori fondamentali come sono la sostenibilità e la tutela di quelle che potremmo chiamare le nostre radici gastronomiche.
Questo l’intento della Settimana della Cucina Italiana nel mondo la cui IX edizione presentata alla Farnesina
dal Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, insieme al Ministro dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida.
“La Settimana della cucina italiana del mondo, iniziativa del Ministero degli Esteri in stretta collaborazione con l’ICE e con il Ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste è volta a favorire la presenza nel mondo del significativo valore dei livelli qualitativi dell’impegno e della competenza italiana lungo l’intera filiera del cibo e della sana alimentazione, dalla produzione delle materie prime agricole alla loro lavorazione agroalimentare e alla preparazione gastronomica in cucina” – ha detto Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, dando il benvenuto a tutti gli ospiti, cuochi, ambasciatori, rappresentanti del mondo produttivo presenti e annunciando che, “cogliendo il suggerimento del Ministro dell’Agricoltura, Lollobrigida, dalle prossime edizioni la Settimana della Cucina Italiana nel mondo sarà calendarizzata, non con una da fissa, ma flessibile, in modo che le ambasciate abbiano possibilità di organizzare secondo le ubicazioni, magari quando è estate da una parte, oppure quando è inverno, come preferiscono con una maggior flessibilità, ma anche per permettere ai nostri bravissimi cuochi italiani di poter essere presenti più diffusamente presenti e non soltanto in un numero limitato di ambasciate.”
“Quest’anno – ha specificato il Vice presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Tajani – ci impegneremo soprattutto per presentare la dieta Mediterranea, la cucina delle radici, ma come ho avuto occasione di rilevare, l’agroalimentare e con l’enogastronomia rappresenta una fetta importante dell’export e abbiamo il dovere di promuovere le nostre produzioni agroalimentari perché abbiamo grandi spazi ancora da occupare, penso allo spazio che oggi è occupato, invece dall’”Italian Sounding” che possiamo invece far in modo che sia sempre più “Italian” senza Sounding. Questo non deve impegnare me solo come Ministero degli Esteri, ma anche come Ministro del Commercio Internazionale. Quindi il nostro dovere favorire le esportazioni con una strategia complessiva, ma anche deve essere una strategia che presenti l’immagine in molte parti del mondo di una cucina di qualità che non deve essere per forza “Nouvelle Cuisine”, ma come cucina “ruspante” di cui sono più innamorato. La Cucina Italiana che si basa su quella che è la nostra storia, la nostra identità e i prodotti della nostra terra. Da qui la dieta mediterranea, che è anche sinonimo di salute.”
“Quando noi ci battiamo per difendere anche a livello europeo questo tipo di alimentazione, lo facciamo – ha evidenziato Tajani – anche perché siamo assolutamente convinti con dati di prova alla mano. Ma per promuovere la Dieta Mediterranea nel mondo bisogno anche testimoni. Ecco perché ringrazio l’amichevole rappresentanza dell’eccellenza dei cuochi italiani qui presenti. Ricordo che proprio pochi giorni fa ho incontrato qui i campioni della Nazionale italiana cuochi che sono ambasciatori culinari della nostra ricchezza delle ricchezze dei nostri territori che sono diventati campioni del mondo per il riconoscimento delle loro capacità gastronomica ed alimentare. Quindi salutare Dieta mediterranea e cucina delle radici. Il Ministero degli Esteri gestisce un programma del PNRR che si chiama Turismo delle radici. L’obiettivo è quello di far riscoprire a chi è di origine italiano, a chi è Italiano di doppia cittadinanza del mondo, la propria storia. Un po’ come ha fatto Papa Francesco, un po’ come ha fatto Nancy Pelosi quando sono andati a trovare nei loro paesi d’origine i parenti o gli amici per andare a riscoprire anche la cucina della tradizione, una cucina che può attirare. Andare a scoprire come mangiavano i propri nonni e i propri avi e cominciare a conoscere anche quella cucina particolare del paese con l’obiettivo di incrementare le presenze turistiche nei piccoli comuni. Perché le grandi città non hanno bisogno di pubblicità di questo tipo. Ma questo programma punta a far crescere le presenze turistiche. Il turismo, che può essere certamente culturale ma anche enogastronomico, nelle nei piccoli borghi, è un programma che ha avuto tantissimo successo abbiamo già finanziato tanti Comuni per permetterlo. I finanziamenti consistono in strumenti finanziari per realizzare eventi o per preparare il terreno per accogliere ospiti stranieri o di origine italiana e presentare questo attraverso la cucina tradizionale. Per questo non soltanto una nouvelle cuisine, ma anche una cucina un po più ruspante è un modo per far conoscere in giro per il mondo quali sono anche le differenze delle nostre cucine, che sono tutte di altissimo livello dalla cucina siciliana a quella dell’Alto Adige, da quella valdostana a quella ligure. Abbiamo tante varietà culinarie che possiamo veramente fare centro ovunque, con qualsiasi tipo di cucina nazionale. Credo che questa questa iniziativa della cucina italiana nel mondo serva a rinforzare anche la nostra politica di esportazione a favorire la nostra presenza italiana nel mondo facendoci apprezzare per quello che siamo. Non soltanto spaghetti e mandolino e qualcuno ci ha messo pure la pistola. Assolutamente no. Ma anche la cucina fa parte della nostra immagine. I nostri prodotti tipici fanno parte della nostra immagine. La dieta mediterranea è parte della nostra cultura e parte della nostra politica per la tutela della salute dei cittadini. Quindi deve essere inserito l’aspetto culinario nell’esportazione dei prodotti agroalimentari in un contesto più ampio, in una strategia complessiva di presenza italiana nel mondo per far crescere la nostra economia. Abbiamo un giro d’affari di 626 miliardi di export. Vorrei arrivare nei prossimi due tre anni a 700 miliardi e questo significa che poi cresce l’occupazione, cresce tutto il nostro sistema produttivo e dobbiamo farlo tutti insieme. Non è una prerogativa del Ministero degli Esteri, perché non potremo fare quello che stiamo facendo se non ci fosse il Ministero dell’agricoltura, se non ci fosse l’ICE, se non ci fosse se non ci fosse SACE. Io credo molto nel gioco di squadra. Credo molto in una sorta di mosaico che insieme dobbiamo costruire quindi questo dovrà anche permetterci questa qualità di diventare anche patrimonio dell’Unesco. In tal senso sosteniamo con forza la candidatura della cucina italiana patrimonio immateriale UNESCO che verrà esaminato il prossimo anno. Quindi anche da questo punto di vista proprio per questa varietà di produzioni di diversi tipi di cucina. Noi vogliamo essere all’avanguardia e quindi avere la possibilità di tutelare come patrimonio Unesco questo modo di saper fare.”
“L’impegno italiano per il cibo, ha detto, altresì il Vice presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Tajani – non è solo economico, ma è anche solidarietà. Voglio ringraziare tutte le organizzazioni agricole, in modo particolare Coldiretti e Confagricoltura, per l’adesione che hanno dato all’iniziativa alla quale il Governo tiene molto e il Ministero degli Esteri, in modo particolare quella Food for Gaza, con un’iniziativa volta a portare alimenti e non solo alla popolazione civile palestinese. A Gaza già è arrivata e ringrazio ancora una volta le organizzazioni agricole che ci hanno sostenuto un primo quantitativo di circa 70 tonnellate di beni alimentari. Adesso il governo italiano ha acquistato 15 TIR che ha donato al Programma Alimentare Mondiale Organizzazione delle Nazioni Unite che si occuperà di distribuire attraverso questi TIR che arriveranno a destinazione carichi ma rimarranno là perché li abbiamo donati e quindi saranno operativi e lavoreranno in tutto il territorio palestinese per aiutare le popolazioni civili. Seguirà un nuovo carico di circa di oltre venti tonnellate di aiuti che partirà prosimamente. Già i camion sono partiti da Genova per Ravenna e da Ravenna andranno verso la Palestina. Questo perché insieme all’aspetto economico c’è anche l’aspetto solidale. Questo è quello che siamo noi, siamo noi italiani anche la solidarietà.”
Coinvolti con questa edizione della Settimana della Cucina Italiana nel mondo 102 Paesi nei quali ICE realizza, in stretta collaborazione con il Ministero degli Affari Esti, 173 iniziative coordinate dalla rete degli Uffici all’estero. In questi eventi il nostro patrimonio culturale viene raccontato in modi unici e innovativi calati nel contesto locale ponendo in rilievo il nesso tra cucina italiana salute e benessere e sostenendo iniziative contro l’Italian Sounding e valorizzando i prodotti certificati.
“Sappiamo bene, – ha detto nel suo intervento il Ministro dell’Agricoltura della sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida – che cucina ruspante si traduce in prodotti di alta qualità e cucina molto più vicina a quella che le nostre nonne erano in grado di fornirci per spiegarci che cosa era cucina e alimentazione salutare e cosa non lo era. Con delle semplicissime parole ci spiegavano la qualità, quel valore ineludibile per il nostro modello di trasformazione in ogni cosa, ma nel cibo più che in ogni altro aspetto. Spesso nel mondo si ragiona di prezzo, solo di prezzo senza dare un giusto peso al valore intrinseco del prodotto, a quello che c’è dietro in termini di lavoro, di rispetto dell’ambiente, di rispetto delle regole, ma anche di una produzione che riesce a garantire benessere fisico. Quel benessere fisico che spesso riduce in prospettiva anche la spesa sanitaria. Se uno mangia nella vita bene, se uno ha un ottimo stile di vita, seguendo le indicazioni che furono di Ippocrate nel quinto secolo, mangiare bene e fare moto ti permette di vivere più a lungo. E l’Italia oggi ha una età media molto più lunga della media del pianeta. Noi vorremmo invece che su questo record fossimo eguagliati da tutti gli altri cittadini del pianeta e che tutti abbiano accesso al cibo di qualità.”
“Questa – ha evidenziato il Ministro Lollobrigida – è la partita che cerchiamo di portare avanti e ringrazio anch’io le associazioni dei nostri agricoltori, le associazioni dei nostri cuochi che all’inizio e al termine della filiera con in mezzo il personale di sala, nei ristoranti, i tanti che amano e vogliono cucinare cose italiane per fornire quel benessere del quale noi godiamo. Credo che la settimana della cucina italiana nel mondo sia un evento straordinario, che sia stata un’ottima intuizione, sia stato un crescendo, un crescendo anche motivato all’interno delle nostre ambasciate, del nostro corpo diplomatico, dei Comites, dei luoghi nei quali gli italiani e gli amici della cultura italiana nel mondo spendono attenzione nell’organizzare eventi un momento di grande partecipazione. Un evento che parte dal nostro biglietto da visita più semplice da raccogliere. Quello della cucina, ma che poi vede insieme alla cucina l’arte, la poesia, i monumenti, la conoscenza del territorio, la conoscenza di quelle indicazioni geografiche che legano indissolubilmente le nostre produzioni a una storia di 3000 anni che ha permesso a noi italiani di recepire le culture di tutto il pianeta, di averne una piccola parte all’interno del nostro modello di vivere e di essere. La Settimana della Cucina italiana è un momento che vede centrale il nostro modello e lo esalta. Sono davvero contento dell’accoglienza del suggerimento del corpo diplomatico di andare incontro a un’esigenza, ovviamente, nei vari Ministeri, di poter organizzare eventi in momenti della stagione in cui si possa partecipare di più in uno all’esigenza è anche dei nostri cuochi, delle nostre scuole alberghiere ed agraria, dei nostri rappresentanti istituzionali, di poter partecipare a più eventi possibile, perché è davvero straordinario vedere l’interesse, poter parlare con i nostri amici in tutto il mondo, quei tanti cittadini italiani che vivono all’estero ma che si sentono legati alla loro patria, ma soprattutto, per mettere sottolinearlo, come i tanti cittadini di altre nazioni che amano l’Italia, che vogliono approfondirne la conoscenza. Come sottolineava bene Antonio Taiani, ci permette anche di essere competitivi dal punto vista della capacità delle nostre imprese di creare valore attraverso le produzioni, di ripartire quel valore all’interno della filiera, garantendo ai nostri agricoltori e al settore primario, il giusto reddito che è un elemento fondamentale.”
“In tal senso – ha evidenziato il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste – dobbiamo concentrare la nostra azione con la possibilità delle diverse ambasciate di organizzare la Settimana della Cucina in diversi periodi dell’anno proprio in un anno decisivo per la campagna della candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio dell’Unesco. Il 2025 vedrà a dicembre 24 nazioni, alcune sono anche presenti qui e saluto gli ambasciatori di tutte le delegazioni internazionali che voteranno in quella circostanza per definire se l’Italia, come la Francia, il Giappone, la Corea, il Messico, ha diritto ad avere questo riconoscimento di carattere internazionale e una protezione del suo modello di convivialità. Non do per scontato l’esito del dicembre 2025, ma so che durante quest’anno in tutto il mondo ci saranno tanti momenti per poter approfondire la conoscenza e la valorizzazione dei nostri ambiti che sono i più variegati. Noi italiani abbiamo avuto questa fortuna, dal nostro punto di vista, di nascere qui, di avere dietro le nostre spalle tanta storia, tanta cultura e di saper fare un po’ tutto.
“Abbiamo però un grande dovere – ha aggiunto il Ministro Lollobrigida – che non dimentichiamo che è quello di continuare a garantire che Made in Italy, che nel mondo viene letto come fatto bene e buono, continui ad essere tale. E per far questo dobbiamo proteggere anche quello che realizziamo. Antonio Tajani sottolineava l’importanza di spiegare che differenza c’è tra un prodotto che viene definito italiano, ma italiano non è, un prodotto che invece viene fatto con disciplinari come quelli che i nostri produttori con grande attenzione, con grandi e gravosi controlli, realizzano. E il contrasto all’Italian Sound, lo possiamo fare noi spiegandolo, raccontandolo, ma abbiamo tanto bisogno degli amici all’estero, dei governi degli altri nazioni che non facciano una cosa che gli è poco propria quella di difendere i nostri imprenditori, ma di difendere i loro cittadini da chi tenta di truffarli, tentando di vendergli una cosa che non produce quei benefici che loro si aspettano dal prodotto che acquistano.Quindi ringrazio tutti quelli che si impegneranno su questo e ringrazio tutti quelli che hanno finora realizzato la settimana della cucina italiana, la svolgono e la stanno svolgendo in questi giorni, e quelli che nel prossimo anno ci aiuteranno a portare a casa il positivo risultato del riconoscimento, della candidatura della Cucina Italiana a patrimonio dell’Unesco.”
La presentazione del programma di collaborazione con la rete diplomatico-consolare e gli Istituti Italiani di Cultura per la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo 2024 è stato occasione di un panel di discussione tra qualificati interlocutori della filiera produttiva agro-industriale italiana, quali ICE, Confagricoltura, Coldiretti, Filiera Italia, Federalimentare, Federazione Italiana Cuochi e Tutto Food. Illustrato nel corso dell’evento il progetto “Accademia della Cultura Enogastronomica Italiana”, ideato per promuovere il patrimonio enogastronomico italiano all’estero.