“L’arte non è un reato, basta multe”
A Napoli dal 2022 è vietato l’uso di amplificatori e strumenti a percussioni in strada. Chiunque violi la regola ha in regalo una multa. Un regolamento di sicurezza stradale che vieta anche l’utilizzo di casse per amplificazioni a volumi minimi in una città avvolta dal rumore di sirene e clacson. Una regola che danneggia chi di questo lavoro ci vive e campa le famiglie. Oggi gli artisti di strada della città partenopea hanno manifestato cantando ,suonando e ballando sotto palazzo San Giacomo domandando al sindaco Manfredi e all’amministrazione come è possibile che hanno reso illegale pure la tammorra come se fosse la camorra. Gli artisti di strada non sono contrari a una regolamentazione, ma a quello articolo 12 che ha reso impossibile il loro lavoro proibendo anche le più piccole amplificazioni e percussioni. Con cartelli che esplicavano “la musica non è reato” e cori che urlavano “anche noi siamo lavoratori”, “cultura libera”, “l’arte non si multa” gli artisti hanno protestato. “Multe arrivate a 250 euro rassettando il ridicolo, incluso il pericolo che ci sgomberino tutti dalla zona che stanno chiamando zona rossa, ossia il centro storico. Dove vorrebbero faci andare a suonare, sopra la tangenziale? Noi abbiamo bisogno di continuare a lavorare perché manteniamo le famiglie! Paghiamo le bollette, paghiamo gli affitti che sono aumentati a livello esponenziale. Siamo cittadini come gli altri e vogliamo vivere del nostro lavoro, che è bello, la musica è terapia!” ha esordito Margherita Romeo. Attrice teatrale e lavandaia artistica per strada. Attori, musicisti e cantanti insieme capitanati nella protesta da Masaniello e da un Pazzariello indossante un petit chapeau napoleonico, Angelo Picone, ultimo di una tradizione che sta scomparendo. Il pazzariello ha pronunciato un arringa rivolta al sindaco e al comune degna di Cicerone esperto nell’arte della parodia con il folklore tipico napoletano “Attenzione, annunciazione, è asciuto pazzo o padrone… sindaco nientemeno qui si vieta la tammorra, ma la tammorra non è camorra !». Eppure l’amministrazione non disdegna la musica nelle occasioni importanti ,ma la vieta nei vicoli di una città che è sempre vissuta di musica. Le arti vanno regolamentate con fasce orarie precise, con determinati volumi e vanno distribuite in zone definite della città, ma non vanno tolte visto che sono parte del cuore pulsante di una Partenope che vibra al ritmo di un tamburo. Gli artisti di strada vogliono una convivenza regolamenta con tutte le realtà cittadine senza rinunciare all’arte. Il consigliere Sergio D’Angelo ha chiesto agli artisti di ritornare martedì 22 Aprile in occasione del Consiglio comunale, la protesta continua.