La parabola della calunnia, del binomio sfortuna/povertà, delle differenze sociali asservite al dio denaro, del potere, della persecuzione del più forte sul più debole, del riscatto divino come ricompensa per le sofferenze subite e della sterile vendetta come unico e ultimo obiettivo di vita: tutto questo, e molto di più, in questa mia versione de ‘Il Conte’ – un primo studio breve, dal taglio ‘pop rock’ a tinte forti – che si specchia e si aggancia ai temi della contemporaneità, sotto un comune denominatore: l’INGIUSTIZIA.
La passione, la purezza, l’ingenuità, la fiducia. La meschinità. L’assenza di pudore e di vergogna. L’abbandono, la perdita, la rassegnazione, il disincanto. Il coraggio della disperazione, la rinascita inaspettata della speranza, dopo il suo spreco per una vendetta che tiene apparentemente in vita.
Il dubbio. La consapevolezza.
Il perdono come liberazione, come definitiva salvezza, per sé stessi, finalmente fuori da ogni gabbia.
Una favola metropolitana tra passato e presente, un amore che commuove, che fa sognare a occhi aperti, stupisce, spalanca il cuore. Una vita come una pianta potata troppo presto, ferita senza motivo, ma che germoglia di nuovo con la testardaggine che è propria della natura. Una storia che aiuta a riflettere e a insorgere, almeno nel proprio intimo, qui e ora, contro tutto ciò che è sopraffazione… per tornare a vivere, semplicemente, dimenticando chi non merita di esistere, neanche per un solo istante in più, nella nostra mente. (Luciano Melchionna)
Regia
Luciano Melchionna
 Costumi
 Milla
Realizzati dall’Officina di Sartoria diretta da Giusi Giustino
Scenografie
Realizzate dall’Officina di Scenografia diretta da Anna Nasone
 Disegno luci
 Gianni Caccia
 Musiche originali
 Antonio Urso
 Assistente alla regia
 Francesca Pelella
con
Renato Bisogni
Luca Buongiorno
Federica Carruba Toscano
Chiara Cianciola
Antonio Elia
Luca Grassano
Irene Isolani
Nicola Lieto
Valerio Lombardi
Alessio Sica
Gianluca Vesce
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