La Riflessione
Nuovo summit della Nato a Ramstein in Germania, e il punto focale è e resta l’Ucraina anche in considerazione dell’avvicinarsi dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Al di là della posizione a stelle e strisce sulla questione ucraina che ha non pochi punti ciechi, quella della Nato e della UE è chiara a tutti come sottolineato dallo stesso numero 1 dell’alleanza Mark Rutte. “Siamo qui oggi per essere sicuri che l’Ucraina abbia ciò che le serve in termini di equipaggiamento e addestramento per prolungare la battaglia e prevalere”. Ovviamente queste non sono le classiche dichiarazioni di circostanza come si potrebbe pensare, ma un vero e proprio campanello d’allarme visto che la situazione bellica tra Federazione Russa e Ucraina ha scatenato nel mondo una corsa all’imperialismo del terzo millennio che in realtà avevano inaugurato proprio gli Yankees. E sono proprio loro che dopo la guerra di Putin e l’inferno di Gaza sembrano predire altre invasioni di territori e banchetti sulle ossa degli altri, come si suole dire. Il motivo è sempre le stesso, manco a dirlo: la guerra delle materie prime, di quelle risorse che qualche scienziato una decina di anni fa dichiarò in esaurimento. Allora l’equazione diventa più semplice di quanto Giulio Cesare, Alessandro Magno o Napoleone potessero aspettarsi: Putin vuole il Donbas per le sue enormi risorse e per le miniere di terre rare; Trump vuole il Canada, la Groenlandia, addirittura il canale di Panama per lo stessi identici motivi, anzi per lo Yankee c’è l’aggravante, per così dire, del controllo geostrategico; Pechino vuole Taiwan per essere la capitale mondiale dei chip e dell’elettronica applicata. E per questo sono tutti pronti a portare il mondo in una terza e conclusiva guerra mondiale a causa dell’impossibilità di metterli d’accordo sulle terre da invadere e le risorse da prelevare. L’ingordigia è come la stupidità: non ha confini.