Da qui al 2030 l’Europa può risparmiare 640 miliardi di euro se realizza a dovere il suo percorso di transizione energetica. Non si tratta di sogni, ma dell’esito di un rigoroso studio condotto da Fondazione Enel e da The European House-Ambrosetti: “Energy transition strategic supply chains. Industrial roadmap for Europe and Italy”. Attualmente la quota europea nella produzione manifatturiera delle 17 componenti strategiche delle principali tecnologie pulite è pari in Europa al 14% in media, rispetto al 65% della Cina. Per affrontare queste sfide, l’Unione europea ha presentato a marzo del 2023 il “NetZero Industry Act” (NZIA), che fissa l’obiettivo di raggiungere una produzione domestica pari ad almeno il 40% della domanda annua di tecnologie green entro il 2030. Per conseguire l’obiettivo l’Unione europea deve reindirizzare e utilizzare efficacemente i fondi esistenti (695,1 miliardi di euro tra il 2021 e il 2027) per finanziarie tecnologie che conducano all’azzeramento netto delle emissioni di carbonio. Il ruolo dell’Italia e soprattutto del Mezzogiorno sarà determinante. Bisognerà rafforzare i processi produttivi sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale, dare forte impulso all’economia circolare, implementare ed efficientare tutta la filiera del fotovoltaico. Chi crede che il Sud possa trainare lo sviluppo del Pase farebbe bene a battersi perché ogni passaggio della transizione energetica valorizzi il ruolo dei territori e delle presenze industriali del Meridione.