“Quando Marx enuncia il materialismo storico, dice una cosa corretta, perché certamente l’economia muove il mondo, ma il mondo è mosso anche dalle coscienze. C’è un bellissimo libro edito da Adelphi. E’ il dialogo tra due grandi filosofi, Ernest Jünger e Martin Heidegger, si chiama “Oltre la linea”, in cui individuano il punto critico delle civiltà occidentali e nel cosiddetto nichilismo, nello svilimento dei valori, nella perdita del senso di appartenenza, nella perdita del comunitarismo. Ecco Trump, che probabilmente non ha letto “Oltre la linea”, che non ha letto “Le origini della tragedia” di Nietzsche, quando pure denuncia il nichilismo, che non ha letto Oswald Spengler con il suo Tramonto dell’Occidente, però con empatia, con capacità quasi platonica di risvegliare l’iperuranio,  ha capito che la gente voleva il senso della storia, il senso dell’appartenenza, il senso della comunità, della tradizione, quindi l’opposizione alla cultura vuota, a chi vuole distruggere quello che siamo.” Così Gennaro Sangiuliano, giornalista RaI e già ministro della Cultura, parlando del protagonista del suo ultimo lavoro “Trump La rivincita”, edito da Mondadori, presentato presso il Teatro Sannazaro di Napoli  su iniziativa dell’associazione culturale Polo Sud, della casa editrice Controcorrente e del Centro Studi Pietro Golia con  gli interventi dell’autore, del presidente di Polo Sud, Amedeo Laboccetta, del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, della giornalista Rai Giovanna Botteri e del direttore del Mattino, Roberto Napoletano. Sangiuliano, scrittore, autore di vari libri sugli Stati Uniti, porta in libreria una nuova edizione della sua biografia di Donald Trump con la ricostruzione di quest’ultimo periodo del rieletto Presidente degli Stati Uniti. “Avevo fatto – ha spiegato  – una biografia classica che parte dalle vicende della famiglia che è una famiglia di origine tedesca che viene da una piccola cittadina della Renania Palatinato, da dove il nonno emigrò negli Stati Uniti d’America come tanti europei all’epoca. E adesso ho voluto aggiungere altri capitoli per raccontare quello che è avvenuto dal gennaio 2021, anzi dalla sconfitta da parte di Biden, quindi dalla vittoria di Biden, fino ad oggi a questa straordinaria rimonta sulla quale, volendo essere onesti, giornalisti nessuno aveva mai scommesso. All’epoca non solo era dato diciamo politicamente morto Trump, ma addirittura sembrava di essere proprio sull’orlo del carcere, inseguito da tante inchieste giudiziarie, fra cui quella conclusasi di recente.”  Il suo mondo crollava a pezzi intorno a lui, gli amici lo mollavano, lo tradivano e con questi capitoli Sangiuliano racconta la rivincita. Ma come come si è conquistato Trump questa rivincita ? Come è tornato ad essere Presidente? Quali sono state le sue carte, le sue abilità messe in campo in questa campagna elettorale?  “Ma tantissime. Innanzitutto – ha argomentato Sangiuliano – Trump ormai ha una base sociologica elettorale molto ben identificata, molto identitaria, molto comunitaria e molto chiara. Perché Trump perde le elezioni con Biden, anche con Biden che le ha vinte legittimamente, però Trump le perde bene, le perde con 74 milioni di voti e nelle settimane successive alla sconfitta Trump riesce a raccogliere circa 200 milioni di dollari di contributi elettorali. Cioè con i cittadini americani che davano contributi anche a urne chiuse, a risultato è ormai acclarato.”  Un comportamento indicativo che fa anche prefigurare condivisione di valori e aspettative di più ampio richiamo. “La partita è anche un’altra – ha ricordato inoltre, l’autore di Trump, la rivincita”, Sangiuliano in occasione della partecipata presentazione al Teatro Sannazzaro. voi sapete che io ho scritto un’altra biografia, quella di XI Jinping che nel suo libro “Governare la Cina” dice che la democrazia non è un valore, ma lo è l’armonia, il procedere armonico, inteso come “ognuno deve stare al proprio posto”. E rispondendo ad un giornalista che gli chiedeva quale fosse il proprio posto, Xi Jinping ha risposto: quello lui gli avrebbe assegnato.” “Ecco quindi vedete – ha rilevato Sangiuliano – qui c’è uno confronto di due concezioni, che è  epocale storico di questo momento. Io per esempio condanno l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, però dico attenzione: la Russia per storia per appartenenza e per religione cristiana è un potenziale alleato dell’Occidente non soltanto europeo da un punto di vista geografico, perché l’Europa va da Lisbona fino agli Urali. Ma c’è un senso storico c’è, come è stato a Roma, Dostoevskij nei Fratelli Karamazov, nel famoso capitolo del Grande Inquisitore, dimostra di conoscere benissimo Dante Alighieri. Quindi c’è una comunanza e c’è una base storica. Attenzione, il nostro competitor, e Trump lo sa bene, è la Cina. Quindi vanno bene tutte queste analisi. Biden ha fatto delle cose ottime. Però poi ha perso perché non ha saputo parlare alle coscienze. Gli iraniani stavano meglio quando stavano con lo Scià che era più un dittatore violentissimo, però alcune libertà, soprattutto le donne, le avevano. Però hanno scelto di vivere con gli ayatollah.” Perchè? Ha invitato a domandarsi, Sangiuliano, rispondendo: “perché ha prevalso il senso della tradizione e il senso dell’appartenenza. Ce lo spiega Tocqueville che è stato un grande studioso della democrazia americana. Quando parla dello spirito delle leggi, dice le leggi non possono essere astratte, le dottrine non possono essere calate, non possono essere laboratorio. Ecco perché Trump ha vinto.”  “La sua vittoria – ha specificato l’autore di “Trump, la rivincita” – ci rimarca una volta in più la distanza che si è creata nel mondo occidentale tra la gente, la gente comune e delle élite micro ristrette che abitano nelle cosiddette ZTL. Gli americani abitano in loft e pensano di poter dettare un orientamento prevalente, una specie di didattica, pedagogia dell’essere. Ti vogliono insegnare quotidianamente come devi essere, come devi pensare, come ti devi vestire, come devi mangiare, che cosa devi dire. Ecco, questo è stato respinto perché la gente vuole essere libera. Questa è l’ideologia dei liberal che un grande politologo italiano, Sartori, chiamava socialisti. Non li chiamate liberal perché li confondete coi liberali, che sono un’altra cosa, diceva Sartori. Sono dei veri e propri socialisti. Trump ha marcato questa distanza.”
“Del resto, vedete, il termine radical chic – ha evidenziato, altresì Sangiuliano –  lo inventa un grande giornalista americano, Tom Wolfe, l’autore del “Falò delle vanità”, il quale racconta delle serate che si svolgevano nella New York della fine degli anni 60 primi anni 70. Segnatamente lui racconta la casa di Bernstein, un grande direttore d’orchestra dove praticamente si tenevano queste serate per raccogliere fondi a favore delle Black Panthers che era un momento movimento di liberazione degli afro americani che badate bene adesso hanno votato molto di più per Trump e ha detto bene il Sindaco Manfredi il motivo per cui hanno votato di più per Trump. Pensate che però in queste serate si facevano servire dai camerieri di colore con i guanti bianchi, che era quindi una contraddizione in termini.  Tom Wolfe, un grande caratterista, con la penna di un grande caratterista, inventa il termine “radical chic”, quindi questo è il senso della vittoria di Trump, questa separazione netta fra queste élite molto ristrette, molto piene di se stessi e la gran parte della gente, la gran parte delle persone.”
Un dato di “metapolitica”, dice Sangiuliano, richiamando la capacità di comprendere le caratteristiche del nostro tempo attraverso la «concezione transpolitica» della storia di Augusto Del Noce.
“Che cos’è la trans politica secondo Del Noce? E’ un momento – ha spiegato – che precede la politica. È un fatto interiore. Io non è che sono diventato di destra perché un bel giorno mi sono messo a leggere Spengler. Giovanni Gentile, Prezzolini, Papini e poi dopo ho deciso di essere di destra. C’era forse una propensione, un un idem sentire, direbbe Giambattista Vico in me che mi ha portato naturalmente verso quella sponda, quella appartenenza, poi dopo ho cercato delle conferme, leggendo tanti autori, leggendo tanti libri, facendo il giornalista, diciamo analizzando  il senso il senso della storia.”
“Ma Perché è stata importante la vittoria di Trump? Ha domandato ancora Sangiuliano, rispondendo: “Perché Trump ha rialzato la bandiera dell’Occidente.”
E concludendo ha detto: “Io sono d’accordo con Roberto Napoletano, sono d’accordo con Gaetano Manfredi, sono d’accordo con Giovanna Botteri. L’Europa deve ritrovare una sua forza, perché è stato detto giustamente che nelle prime imprese al mondo non c’è un’impresa europea, però questa Europa noi non la costruiamo con i regolamenti con delle fredde regole, se prima l’Europa non riconosce il senso della sua storia e della sua tradizione. L’Europa che cos’è? È la base del cristianesimo, che è stato l’elemento caratterizzante l’Europa, la lingua latina, il diritto romano che ha dato base giuridica a tutte le legislazioni, a quasi tutte le legislazioni europee. Ecco, se noi prima non partiamo dall’Europa delle cattedrali, dall’Europa, delle piazze, dall’Europa anche dei teatri, quindi della cultura comune, noi non riusciamo neanche a costruire poi quella grande azienda che giustamente Gaetano Manfredi da grande ingegnere da grande professore di ingegneria, auspica. Ma quello è il momento successivo quello arriva se prima riusciamo a creare una coesione morale, una coesione storica, una un’appartenenza, far sentire alla gente l’appartenenza. Questo è il tema di fondo e questo è il tema della vittoria di Trump. Ecco perché perché Trump ha vinto.”