NAPOLI – Turismo, sicurezza e servizi rappresentano realmente una sorta di triplice alleanza per Napoli, per il suo tessuto produttivo per un popolo che attende da troppo tempo quel salto di qualità verso uno sviluppo lineare e coerente del territorio e delle sue enormi potenzialità. Ad inficiare tutto questo, però, come un cancro subdolo e silente, la criminalità fuori controllo che in città è padrona della notte all’ombra del Vesuvio. L’omicidio del giovane musicista, o i vari accoltellamenti che hanno costellato le notti di fine agosto, sono un chiaro segnale che il decollo economico della città dipende dalla sua sicurezza, come anche dal colmare quel gap enorme fatto di degrado istituzionale e menefreghismo generalizzato. L’edilizia residenziale è stata quasi completamente asservita al business turistico, tanto da ‘turistificare’ gran parte del centro storico e delle aree limitrofe. Migliaia di appartamenti divenuti B&B, affittacamere, case vacanza, e per ultimo la trasformazione di buona parte degli storici ‘bassi’ in depositi di valige, trolley e tutto ciò che il turista non vuole trasportare durante le visite. Ma non solo, la città si è ‘fooddificata’, altro termine che nasce proprio a Napoli con l’immenso offerta enogastronomica che ha lentamente sostituito quella culturale, artistica e paesaggistica. Il grande business degli Spritz, un enorme condimento che se da una parte attrae, dall’altra spaventa e non poco. “L’economia napoletana è attualmente schiacciata dai fatti di cronaca con un clamore nazionale e a volte internazionale” – esordisce Gianni Lepre, economista e consigliere del ministro della Cultura Sangiuliano. “Questo non depone bene per l’industria turistica che Napoli sta costruendo a fatica, evidenzia una carenza enorme di sicurezza notturna come diurna cosa che rappresenta un degrado istituzionale dal colmare e a cui porre un rimedio fermo e condiviso”. Il noto economista che tra l’altro è presidente della Commissione Economia della Cultura dell’Ordine nazionale dei Dottori Commercialisti, ha poi proseguito: “I numeri del turismo sono buoni, ma vanno ovviamente incrementati, considerando che non esiste solo la formula low cost per cui Napoli è famosa, ma è prioritario incentivare anche quel turismo particolare di chi in città arriva dal mare, magari trasformando gli attuali divieti in potenzialità e riuscendo ad accogliere anche quella fetta di turismo top cost costretto a godersi la città dal largo non potendo entrare in porto”. “Ma ovviamente le criticità sono tante – ha continuato il prof. Lepre che ricopre localmente anche l’incarico di presidente della Commissione Reti e Distretti Produttivi di ODCEC Napoli – tra cui l’incapacità per le nostre imprese del settore di fare rete. Da sempre l’unione fa la forza, ma in città questo concetto pare non essere percepito nel modo giusto. L’industria turistica, dopotutto è una filiera alla quale contribuiscono svariate componenti pubbliche e private, ma ognuno continua a coltivare il proprio orticello come se quello degli altri non esistesse”. Il prof. Lepre ha poi concluso: “Sicurezza e certezza dei servizi sono una priorità per lo sviluppo economico del nostro territorio, ma questa è competenza esclusiva di politica e istituzioni che condividendo analisi e strategie devono porre fine a questa spirale di violenza e di degrado che attanagliano Napoli e il suo hinterland”.