“L’elezione di Trump non rappresenta un vero e proprio pericolo per la democrazia, purtroppo però è un elemento che la ridimensiona drasticamente riducendola a un comando oligarchico sulla società. Ma lui rappresenta solo la punta di una tendenza di oggi, non è l’unico fattore”. Questo l’inizio dell’intervento di Fausto Bertinotti, ex presidente della Camera dei Deputati, ai microfoni di Radio Cusano nel corso della trasmissione ‘5 Notizie’ condotta da Gianluca Fabi, in merito alla vittoria di Trump. E prosegue “Trump ha vinto per due ragioni: la prima è la sua capacità di raccogliere meglio le istanze degli elettori e in generale intercettare meglio il voto popolare. La seconda è l’evidente colpa e incapacità dei progressisti di dare risposte. Gramsci diceva che durante i periodi di transizione, nei momenti di crisi della società nascono i mostri. C’è un’onda di rabbia e rancore causata dalla crisi della civiltà attuale che ha condotto gli elettori nelle braccia della destra, e questo accade in tutto il mondo. Però -precisa- la ragione fondamentale della sconfitta della sinistra dei democratici è la scomparsa dei democratici stessi in America, come per l’Europa è la crisi dei partiti di centrosinistra che hanno ceduto alla rivoluzione capitalista e conservatrice, abbandonando i lavoratori.  Il popolo americano-chiosa-reagisce alla condanna di una sconfitta permanente. Vede crescere l’inflazione e la povertà, ma tutti gli dicono che l’economia sta andando bene, è quindi inevitabile monti la frustrazione. Ciò porta a un movimento reazionario che Trump intercetta meglio”.
L’ex presidente commenta poi le parole del neo presidente USA, affermando “Trump ha detto che fermerà le guerre? Credo sia un tormentone senza fondamento, ma purtroppo è un’alzata di scudi con un alto riscontro popolare. Uno dei punti più drammatici del nostro tempo è la realtà di oggi in Palestina, soprattutto a Gaza. Sicuramente dopo i fatti del 7 ottobre Israele aveva diritto a reagire, ma questa è una guerra indifendibile da parte di Netanyahu che travolge ogni forma di civiltà. Già con l’amministrazione Biden c’erano state grosse colpe in questo senso, ma le parole di Trump sono ancora meno incoraggianti, si lascerà ancora più mano libera a Netanyahu. In merito al versante Ucraino ha parlato di un minore interventismo americano nella faccenda, e da questo punto di vista penso dica la verità perché quella è un’area che non vedo sotto i radar della strategia di Trump” afferma Bertinotti.
Termina il proprio intervento parlando dello stato di salute della sinistra mondiale. “Il tema è che una sconfitta del genere dovrebbe insegnare qualcosa a tutta la sinistra dal punto di vista politico, ma tu trai degli insegnamenti da qualcosa quando hai un bagaglio personale tuo, che io dubito questa sinistra abbia. Sono convinto che la vittoria di Trump dice una verità che la sinistra non vuole vedere, ossia che il ciclo storico vincente di questa sinistra è finito. La sconfitta politica di questo centrosinistra così com’è è purtroppo insita nel suo essere. Questo perché il centrosinistra di oggi non ha più le energie politiche per attrarre il popolo, per fungere da calamita per gli elettori. È mia opinione che la sinistra debba dismettere il suo passato recente per ricominciare daccapo” dichiara Bertinotti.