“Perché Trump adotta una comunicazione così forte? Semplicemente perché un personaggio come lui è in campagna elettorale costante. Lui è il presidente Usa ma anche un uomo di commercio, e il video da lui postato in cui afferma di voler trasformare Gaza in una località turistica va visto secondo questo tipo di logica. È un uomo di real estate, i rapporti con i suoi nemici come Russia e Corea li ha sempre instaurati secondo dialettiche commerciali; infatti nel caso di Gaza ritiene che la migliore possibilità per arrivare a una pace sia quella di lavorare sul commercio, o meglio, sul turismo. Certo che dal nostro punto di vista immaginare la deportazione dei palestinesi soltanto per imporre un modello commerciale, sinceramente fa storcere molto il naso”. Lo ha dichiarato ai microfoni di Radio Cusano il prof. Pietro Paganini, docente alla Temple University di Philadelphia, intervenuto durante ‘5 Notizie’ in merito alle politiche statunitensi e all’atteggiamento del Presidente Trump. “Dobbiamo precisare -ha proseguito- che la situazione di Gaza e quella ucraina sono molto diverse l’una dall’altra. In Medio Oriente a essere coinvolto nel conflitto c’è Israele che, al contrario dell’Europa, è per gli USA un interlocutore importante se non altro perché gli israeliani hanno un peso elettorale e bellico considerevole nello scenario statunitense-spiega il professore- e gli americani ne tengono conto. Viceversa, Trump adotta un atteggiamento perlopiù sprezzante nei confronti di Ucraina e Europa, che non considera interlocutori al pari di Israele. Si preoccupa solo di curare  i rapporti con Putin per arrivare alla pace. Sa benissimo che la guerra è scoppiata soprattutto perché la Russia non accettava che l’Ucraina fosse sotto controllo commerciale americano e sta trattando con Putin per trovare un accordo di natura commerciale. In questo modo potrà arrivare alla pace ottenendo le risorse che gli interessano, rendendo al contempo l’Ucraina dipendente dall’America: sta rispondendo all’espansionismo cinese che difatti adotta lo stesso sistema”.  Paganini termina con una riflessione “ Trump ha capito che per garantirsi una stabilità economica ha bisogno di avere il controllo su varie parti del mondo, tramite accordi commerciali di vario genere.  Sta ridefinendo il cosiddetto friend -shoring ossia l’investimento nei paesi amici. Quello che mi preoccupa è se oggi Trump consideri ancora l’Europa un paese amico, sinceramente non so cosa gli possiamo offrire: sa benissimo infatti che per adesso può ottenere molto di più da Russia e Cina” ha concluso Pietro Paganini.