Maresca: “In Italia serve nuova strategia antimafia al passo con i progressi della criminalità”De Iesu: “A Napoli 700 telecamere installate, nuovi impianti a Ponticelli, Pianura, Forcella e Fuorigrotta”Moretta: “Problema sicurezza frena investimenti”Falco: “Corretta informazione è la base per divulgare politiche di prevenzione efficienti”

NAPOLI – “La tecnologia è un’alleata importante per la sicurezza delle persone, dei luoghi e dei beni. Oltre agli apparecchi sempre più sofisticati per la videosorveglianza possiamo contare oggi su software gestiti da intelligenze artificiali, sistemi di rilevamento facciale, oltre alle soluzioni, sempre più richieste, a supporto di sistemi di sicurezza dinamica. Dispositivi di piccole dimensioni in grado di geolocalizzare le persone mettendole direttamente in contatto, tramite sistema bluetooth, con gli istituti di vigilanza e le forze dell’ordine. Queste applicazioni possono consentirci di dare una risposta concreta sul piano della sicurezza all’impennata di reati violenti che si registra in tutta Italia dopo i due anni di limitazioni per il Covid. Per questo motivo bisogna continuare a investire in ricerca oltre ad adeguare le normative alle nuove tecnologie”. Queste le parole di Domenico Vergara, presidente dell’Onavisi (Osservatorio nazionale Vigilanza per la Sicurezza) nel corso del webinar “Quale sicurezza per famiglie e imprese. Dalle nuove tecnologie la risposta alla domanda di sicurezza in Italia. Lo scenario post pandemico e le nuove prospettive”. 

“Abbiamo analizzato i reati del 2022: c’è un incremento globale del 12,8%, le rapine sono in aumento del 7,5%, 286 sono gli omicidi (fino al 4 dicembre), con 110 vittime donne. C’è il dato allarmante dei furti nelle abitazioni: 500 al giorno, 20 in un’ora, con raid anche in pieno giorno, così come evidenziato anche da uno studio curato dalla Cna. Poi, l’Osservatorio lancia un appello a governo e parlamento per estendere l’attività degli istituti di vigilanza a tutto il mercato europeo.  Sarebbe utile – ha concluso Vergara – avviare un confronto in sede Ue che consentirebbe di attivare nuovi livelli occupazionali”. 

Sull’importanza delle nuove tecnologie si è pronunciato anche il prefetto Antonio De Iesu (assessore alla Sicurezza del Comune di Napoli): “La videosorveglianza e i sistemi tecnologici sono un prezioso supporto alle attività investigative. A Napoli possiamo contare su 700 telecamere, finanziate con i Pon sicurezza e dalla Regione Campania, sono operative all’80% dopo l’intervento del Ministero dell’Interno che ha approvato un piano esecutivo per la loro manutenzione. Rafforzeremo la videosorveglianza a Ponticelli, Pianura, Forcella e Fuorigrotta, quartieri funestati dalla presenza criminale. Ma per cambiare le cose serve l’aiuto di tutti nel rispettare le norme e le regole di civile convivenza in modo da poter consentire alle forze dell’ordine di lavorare in condizioni più favorevoli. In una città come Napoli, che ospita flussi turistici di assoluto rilievo mondiale la ritengo una priorità”.

Secondo Catello Maresca (ex pm antimafia, oggi magistrato di Corte d’Appello e consigliere comunale di Napoli) “la criminalità si ferma attivando una vera strategia antimafia che nel nostro Paese manca da 40 anni e non parlo solo della questione legata agli strumenti investigativi e alle modalità processuali. Le organizzazioni malavitose hnno fatto passi in avanti anche dal punto di vista tecnologico e quando lo Stato si attiva per fronteggiarli loro sono pronti a trovare nuove soluzioni. La lotta ai clan si gioca anche sul piano tecnologico. Bisogna lavorare di più sul piano della prevenzione dei crimini trovando forme di tutela per il mercato economico e quindi anche sul fronte degli investimenti. Tutto questo – sottolinea Maresca – accade in maniera sporadica nel nostro paese e non strutturata. Parliamo anche di criminalità minuta, che probabilmente crea più fastidio anche nelle grandi città. Assomiglia sempre più alle mafie, come ad esempio le baby gang o i gruppi sempre più organizzati, anche di diverse etnie, che si appropriano di certi settori economici e di territorio provocando danni e disfunzioni al sistema legale. Gli strumenti tecnologici – conclude il magistrato napoletano – possono avere un ruolo importante per combattere questi fenomeni. Controllo del territorio, telecamere intelligenti che riescono a identificare situazioni e soggetti pericolosi. Tutto questo andrebbe implementato in tutte le città”. 

Vincenzo Moretta (presidente della Fondazione Commercialisti di Napoli), dal canto suo ha evidenziato che “il tema della sicurezza è ai primi posti delle richieste degli italiani al nuovo governo. I problemi di incolumità costituiscono anche un freno per chi vuole investire nei nostri territori a causa anche delle infiltrazioni mafiose nel tessuto economico. I commercialisti sono vere e proprie ‘sentinelle della legalità’. Abbiamo un ruolo centrale nell’economia del BelPaese e siamo i primi a riscontrare le anomalie nei sistemi economici delle aziende. Le organizzazioni criminali hanno cambiato volto infiltrandosi con i colletti bianchi e su questo piano siamo pronti a fare la nostra parte”. 

Il ruolo di una corretta comunicazione in tema di sicurezza è stato sottolineato da Domenico Falco, (Vice Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania: “Gli operatori della comunicazione hanno un ruolo importante perché una corretta informazione è la base per attuare politiche di prevenzione efficienti. I cittadini hanno perso parte della loro libertà a causa dell’escalation criminale. Non basta solo la repressione ma occorre prevenire i crimini e educare i giovanissimi alla cultura della legalità. Con il Corecom ho avuto la possibilità di attivare il progetto ‘scuola senza bulli’, in collaborazione con Agcom e Polizia Postale, promuovendo seminari su bullismo e cyberbullismo che hanno coinvolto migliaia di studenti campani, contribuendo a intensificare la rete sociale di protezione che li incoraggia a denunciare. Determinante è stata la formazione sul corretto utilizzo delle nuove tecnologie che rappresentano una grande risorsa per le nuove generazioni ma occorre educarli all’uso consapevole e ai rischi della rete informatica”.

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