È il momento di riflessioni profonde e di scelte anche drastiche perché i fantasmi della passata stagione non diventino spettri dopo la figuraccia di Verona. È il momento dei fatti, non delle parole ed è normale che i tifosi in modo sincero, preoccupato, forse anche ingenuo si chiedano di chi siano le colpe di un inizio tanto tormentato. Di Conte che si è vergognato addossandosi da allenatore tutte le responsabilità della disfatta? Dei giocatori che dopo un discreto primo tempo sono entrati molli e deconcentrati nella ripresa? Della società che non ha avuto la forza e la capacità in primis di imporsi con Osimhen, di fatto un turista pagato a peso d’oro mensilmente, in attesa di…?(Boh…), né di acquistare almeno due centrocampisti oltre all’ attaccante per accogliere, almeno in parte, le richieste di Conte ?
La società De Laurentiis è rimasto vittima della sua stessa spocchia e arroganza. Il contratto “amichevole” stipulato a dicembre con Calenda e Osimhen con clausola risolutiva fissata a 130 mln.,da boomerang che si è rivelato ad inizio mercato è diventato il cappio al collo del presidente che anche da datore di lavoro si sta rivelando un fallimento. Perché aveva ed ha il pieno diritto di imporre al suo calciatore ed anche al tecnico di comportarsi da professionisti rispettando diritti e soprattutto i doveri: il primo rimanendo a disposizione della società fino al trasferimento, il secondo di utilizzare l’ attaccante a seconda delle necessità. Ebbene, niente di tutto ciò è accaduto a conferma di un pactum sceleris senza senso per nessuno…E vedremo quale…obolo sarà costretto ad accettare il club per….liberarsi del suo attaccante. Insomma per ADL vale il detto ” Chi è causa del suo mal…” con quel che ne consegue.
I giocatori Contro un avversario modesto ma determinato, caparbio e tenace come il Verona, il Napoli come squadra non è quasi esistito se non a sprazzi nel primo tempo. Poi il buio totale,giocatori senza anima, fisicamente e mentalmente prostrati con zero capacità di sofferenza, quella che invece Conte ha invocato dal giorno del suo arrivo per fare del Napoli una squadra orgogliosa, ambiziosa e degna dell’ amore dei suoi tifosi. Macché…e il dubbio, ora, che il “malato” più che grave corra il rischio di un pericoloso pre coma.
Conte gli entusiasmi della presentazione e dei giorni a Dimaro e Castel di Sangro sembrano già un ricordo lontano di ben altre premesse. Nessuno s’aspettava da Conte il miracolo di una Resurrezione con gli stessi uomini della scorsa stagione, ma il Conte degli ultimi tempi e della conferenza pre-gara, e quello del post-partita sono sembrati piuttosto i rovesci di una stessa medaglia fatta da rassegnazione e senso di impotenza, scaricando colpe, anche sue, su altri( società e giocatori n.d.r.).
Perché mandare in campo Juan Jesus e non provare la carta Rafa Marin? Possibile che il giovane spagnolo avrebbe fatto peggio del brasiliano? E perché non subito Olivera a sinistra, Marin al centro, Rrhamani a destra spostando Di Lorenzo come quarto di destra a centrocampo? Ho avuto la sensazione che Conte, trattandosi della prima di campionato, abbia volutamente fatto vedere di quale sia l’ attuale consistenza tecnica della rosa a disposizione lanciando una sorta di ultimatum o, se preferite, di SOS alla società. Sicuramente neanche lui si aspettava la resa incondizionata ma è certo che nelle sue ultime uscite l’ allenatore ha probabilmente peggiorato umore, voglia e autostima dei suoi giocatori, quasi mettendoli, seppur involontariamente, alla gogna.Grave sarebbe il contrario e il secondo tempo di Verona, con i giocatori senza grinta né voglia o spirito di squadra, induce a riflessioni non proprio ottimistiche. Come il Conte degli ultimi quindici giorni. Vedremo se e che Ricostruzione sarà. Lo ripetiamo, occorrono riflessioni e scelte immediate perché di tempo, fidando sui “potenziali” 130 milioni della clausola di Osimhen, se n’è perso fin troppo. Serve investire subito e non pensarci. Perché non investire significherebbe un addio prematuro di Conte, la depressione di tutto l’ ambiente e soprattutto seri rischi per la proprietà di un crack imprenditoriale non risolvibile e devastante. Come poteva accadere a ADL prima che mettesse le mani nella m…..per salvare non tanto il Napoli e i suoi tifosi ma sé stesso . Meditate gente!