NAPOLI – Un folle gioco, tra sogno e realtà. ROB, REN, ROS, RIC. RAF sono cinque amici ebrei che vivono in un villaggio nell’entroterra slava. In una sera di una tiepida primavera, durante l’organizzazione per un banchetto con musica, danza, giochi, Ric che non ci sta tanto con la testa arriva sconvolto perché ha saputo che i nazisti stanno arrivando. Terrorizzati ed impauriti hanno una crisi, perché tutti hanno paura di essere deportati. Ma la crisi si placa quando Ric, che ha dato la triste notizia, trova anche la probabile e folle soluzione. Organizzare una finta deportazione. Da principio sono tutti realmente convinti che è un’impresa ardua, ma Rob fa capire che effettivamente, è l’unica soluzione, anche se folle e pazzesca, per salvarsi dalla deportazione. Improvvisamente i cinque amici si trovano catapultati in un grosso lavoro di sopravvivere a tutta questa folle avventura. Ognuno di loro ha un compito ben preciso la salvezza dall’usurpazione, dall’uomo che costringe gli esseri umani a obbedire ad una sovranità politica che non è condivisa da tutti. Chi ne pagherà le conseguenze? I non eletti. In questa situazione, loro si sentono in dovere di fregare l’usurpatore, l’uomo che vuole a tutti costi la distruzione dell’umanità. Tutto viene anche sdrammatizzato dalla loro assurda inconsapevolezza nell’ ironizzare, giocare, prendere in giro il sistema, facendo l’esatto contrario, non entrare nella regola della convezione, burlano se stessi e i loro amici e quelli che dovranno incontrare,, ma lo fanno per evitare la propria distruzione. Ma la storia che ci racconteranno sarà quasi vera? Si? N0? Forse? Probabile, ma tutta raccontata da questi cinque folli che pensano di conquistare il mondo in un modo assurdo, ed impossibile, ovvero, essere e non essere. I colori dell’arcobaleno daranno un grande senso di umorismo, un ossigeno di divertimento, per far si che lo sgangherato treno sia pronto per partire. In questa storia, che può sembrare singolare nel suo genere, ma non lo è e non lo sarà, è anche atemporale, non ha una collocazione tematica, infatti non ho voluto sottolineare la megalomania, la crudeltà, ma ho voluto sognare in modo paradossale, ottimista, assurdo addirittura, evidenziare che la libertà è un dono di ogni essere umano, pensare, parlare, decidere, ma la cosa più importante, vivere liberi e felici e usare uno elemento fondamentale, l’intelligenza.